La professione del Dogsitter
- charlottewehrlin
- 15 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Dopo giorni e giorni a scervellarmi su come iniziare questo articolo e su come argomentarlo, ho trovato lo spunto leggendo la marea di annunci su fb e altri siti scritti da “amante degli animali pronto a prendersi cura dei vostri pelosetti, come se fossero miei”.
Annunci che spuntano come funghi nel periodo estivo/vacanziero.
Ora, ammirevole l’idea di arrangiarsi in qualche modo per racimolare qualche soldo (soprattutto in questi tempi bui) e altrettanto ammirevole se, alla base, c’è davvero passione. Non è corretto, però, farlo senza alcuna preparazione. Non è corretto per i cani di cui ci si occupa, non è corretto per i padroni nè per i professionisti che hanno speso soldi, tempo e istruzione per offrire servizi idonei ai propri clienti.
Lo so, questo sicuramente sarà un discorso che cadrà nel vuoto dato che, molti proprietari, svalutano questo lavoro ritenendolo semplicemente una voglia di stare con i cani, dove è sufficiente “amare i cani” e, per alcuni anche, spendere il meno possibile (ma questi aneddoti poi li racconterò più avanti).
Ma cosa ci dovrebbe essere dietro a questo amore? Ve lo siete mai chiesti?
Io me lo chiedo spesso. Non cosa ci dovrebbe essere dietro, ma cosa, il proprietario medio, pensa esserci. Cosa valuta importante ai fini di occuparsi del proprio animale.
Immagino che, per valutare il “professionista”, tengono in considerazione come si comporti la persona con il proprio animale al momento del colloquio (se paciuga il cane e se questi scodinzoli alla persona), valuteranno come verrà gestito il cane mentre è in mano al Dogsitter (ci starà h24? Gli farà fare quello che vuole?) e, sicuramente, valuteranno la richiesta economica (per carità! Non è sbagliato, ma dipende se la valutazione si basa esclusivamente sul risparmio o sulla qualità/prezzo).
Il discorso è caduto subito sul servizio di pensione, ma, in realtà, il Dogsitter, oggi, offre diversi servizi per la cura del cane (servizi che poi approfondiremo).
Ricomponiamo i pezzi facendo maggiore chiarezza su questa figura.
Il Dogsitter altro non è che una figura, che dovrebbe essere professionale, che cura e custodisce temporaneamente il cane.
I servizi offerti poi spaziano dal portare “semplicemente” il cane a spasso per una o più ore al giorno, al fargli compagnia durante il giorno (asilo) fino al tenerlo in custodia anche per la notte.
A questi più classici, si collegano altri come il taxi dog (portare il cane dal veterinario o dal toelettatore o agli asili) o la “tata” in vacanza con la famiglia (ebbene sì, ci sono anche coloro che chiedono la presenza del professionista in vacanza con loro).
Bene! Ottimo! Che figata!
Da domani altri mille nuovi dogsitter!
Peccato che non si prendano in considerazione alcuni aspetti fondamentali, quali l’impegno fisico e psicologico, e i rischi che si corrono.
Già, rischi...perché un conto è la gestione del proprio cane, che si dovrebbe conoscere come le proprie tasche, un conto la gestione di un cane estraneo cui non si conoscono le abitudini, l’educazione e le problematiche che possa avere. Alla fine, se succede qualcosa al mio cane, sono affari solamente miei...ma se succede qualcosa al cane di un cliente?!
Ci avete mai pensato?!
Tutto questo per dire che, il professionista vero, è ben consapevole di tutte le implicazioni che riguardano custodire un animale di terzi e si adopera affinché i rischi vengano ridotti al minimo.
Come?
Intanto attraverso una formazione personale dei principi di primo soccorso, di linguaggio canino (e non solo nella teoria ma anche nella pratica del l’osservazione) e di cura quotidiana e corretta dell’animale. In secondo luogo, rendendo lecito il proprio impiego e coperto da un piano assicurativo.
Infine, consiglio personale, mettendo al corrente il cliente delle condizioni del servizio attraverso un contratto/regolamento che andrà firmato durante gli accordi.
Tutto questo, ovviamente, ha un costo. Costi che non puoi far rientrare nei 5€ o 10€ o 15€ richiesti dall’amante dei cani il cui unico scopo è arrotondare lo stipendio o tirare su i soldi per uscire alla sera per l’adolescente di turno (oltretutto illegale visto che un minore non può essere responsabile dei danni procurati).
So che queste mie parole, soprattutto le ultime, possono sembrare discriminatorie e dispregiative, ma il mio intento è quello di dare la possibilità di riflettere sia ai proprietari di cani che si affidano a chiunque sia a chi vuole intraprendere questo mestiere pensando sia semplice.
E, per ora, mi fermo qua!
Credo di aver già rimbrottato abbastanza per adesso, anche se non ho esaurito pienamente l’argomento ma potrete leggere gli approfondimenti nei prossimi articoli! Per la gioia di tutti!
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